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Luca Fontana (chitarra), Massimo (basso), Capello (voce), Alessandro Albertini (batteria), Stefano Mazzanti (chitarra solista).
Luca Fontana (chitarra), Massimo (basso), Capello (voce), Alessandro Albertini (batteria), Stefano Mazzanti (chitarra solista).
I Rusk und Brusk nacquero nel 1978 dalla fusione del trio Perversion con il duo voce-batteria Pasadena Laredon. Nel giro di un anno il gruppo constava di nove elementi piu' o meno fissi e un paio di formazioni satellite: Fuck e i suoi Vesponi, e Freak e i suoi Pinguini. Le sue esibizioni erano veri happening demenziali fatti di rock, testi sbracati, costumi eccessivi (rimasto nella storia lo smisurato membro costruito con una gomma per annaffiare e un po' di plastilina con cui Ugo Pernome presentava Mostrava il membro ai giardini pubblici). Altri hit dell'epoca: "Merda a mezza gamba", "Stronca il tuo capo officina" e "Noi siamo felici, noi siamo contenti" tratta dalla tragedia goliardica "Ifigenia".
La Formazione: Glabro Burneo vc., Nick Manzano vc., Vampiero Lechauveur vc., Pattomeira Corsero ch., Freddy Barishnikov ch., Stabione Burzi (Poldo Babashoff) bs., Brian Lucescu bt., Ugo Pernome sx.
Alla fine degli anni ’70 i Naphta incisero, come gli Skiantos, i Gaznevada ed altri, una cassetta per Harpo’s Music (più tardi Italian Records).
Nati nel 1978 per volere di Paolo Grandi (già bassista del Centro d’Urlo Metropolitano), a differenza dei loro contemporanei bolognesi "demenziali" o punk rock declinavano il loro genere (che allora si sarebbe definito genericamente "jazz rock") con elementi derivati dall'ultimo progressive, ormai fuori tempo per l’epoca, con un risultato spiazzante.
“Ognuno ha ritmi diversi” racconta Michele Bettinelli “e nell’economia del gruppo ognuno fa i suoni che si sovrappongono a quelli degli altri. Nei Naphta non succede come nel rock classico dove la batteria tiene il tempo, il basso lo sostiene e ogni tanto c’è qualcuno che si distacca per fare l’assolo. Questo da noi non avviene: gli assolo non esistono perché tutto il pezzo è un assolo, perché ognuno fa la sua storia incastrandola in quella degli altri”.
Eppure questa filosofia degli intrecci ritmici a favore di una sequenza di improvvisazioni infinite non deve trarre in inganno: i Naphta, quasi tutti ex studenti di Conservatorio, non lasciano nulla al caso controllando l’andamento armonico e ritmico che segue il feeling afferma Grandi “un feeeling che non è mai lasciato a se stesso. Un feeling controllato soprattutto nei passaggi di tempo”.
Solo la vocalità di Marco “Cigaro” Cigarini sfugge a questa logica perfezionistica. In effetti le sue performances, praticamente sempre improvvisate e basate per lo più su fonemi, sono la parte più suggestiva dell’atmosfera creata dai Naphta. I testi sono per lo più senza senso, cellule vocali spesso improvvisate sia in inglese, che in francese e tedesco (sebbene non ci sia una conoscenza diretta di queste lingue) che vivono di accenti, che producono suoni.
Marco Cigarini vc., Luigi Piamonte (Renato Raineri) bt., Paolo Grandi bs., Michele Bettinelli cl., Stefano Di Paolo (Riccardo Eterno) ts. Guido Premuda ch
I Confusional Quartet iniziarono la carriera col nome di Confusional Jazz Rock Quartet per poi abbandonare la connotazione di genere. La formazione comprende Lucio Ardito al basso, Gianni Cuoghi alla batteria, Enrico Serotti alla chitarra, e Marco Bertoni alle tastiere
Nel 1980 pubblicarono il loro primo album omonimo per la Italian Records
Nel 2011 ricominciano a suonare insieme nella formazione originale. Le sessions tenute dopo trent'anni di lontananza sono registrate e pubblicate da Ansaldi Records in "Italia calibro X", debitamente postprodotte da CQ e Gianni Gitti. Inoltre scrivono nuovi brani per un nuovo album intitolato Confusional Quartet, pubblicato da Hell Yeah!, coprodotto da Giulio Ragno Favero (Teatro degli Orrori, One Dimensional Man). Il singolo "Futurfunk" è scritto insieme a Bob Rifo a.k.a. The Bloody Beetroots. Ricominciano a suonare dal vivo.
A fine estate 2013 Gianni Cuoghi lascia il gruppo. Al suo posto Claudio Trotta (Deus Ex Machina, Testa De Porcu). Nel 2014 pubblicano l'album "CQ Play Demetrio Stratos"
Visivamente si ispiravano all'immagine dei Devo, vestiti con tute bianche industriali. Il loro stile invece non aveva molto a che fare coi Devo, era piuttosto un misto di jazz, new wave, no wave, siglette pubblicitarie e campionamenti. La "confusione" era infatti il loro peculiare modo di affiancare in modo repentino i generi musicali più diversi. Le sonorità del primo album ricordano in particolar modo quelle dei Devo ma anche degli italiani Area, dichiaratamente innervate da una buona dose di estetica futurista
La prima formazione dei Wind Open aveva le idee molto chiare sul da farsi. Affittarono una cantina al numero 13 di via S.Vitale, Bologna, dove c'erano anche altre sale prove di altrettanti gruppi e un locale (il Free) dove spesso si esibivano davanti a un pubblico sempre più incandescente. Era bellissimo. Non sembrava neanche di stare a Bologna. Era come vivere a Londra o in chissà quale altra città pazzesca.
Nessuno avrebbe potuto fermarli. Nemmeno i ladri che una volta rubarono tutti gli strumenti.
A questo punto Roberto Terzani prese il coraggio a piene mani e decise di abbandonare la scuola (studiava ragioneria) per cercarsi un lavoro. Lo trovò in un'officina circa una settimana dopo. Con il primo stipendio si comprò un basso nuovo fiammante (Fender) che usa ancora oggi.
A suon di concerti ovunque, i Wind Open riescono a farsi notare da molti addetti ai lavori e ad avere un buon seguito di fans anche al di fuori della regione. Nel frattempo Bologna stava diventando il centro della nuova musica giovanile e pubblicano per l'Harpo's Bazaar la prima cassetta.
Arte, cultura, politica, un vero e proprio movimento stava nascendo e la sua eco cominciava a farsi sentire anche nel resto d'Italia.
Di lì a poco una importante casa discografica milanese, la Cramps, offrì la possibilità di pubblicare il primo singolo in vinile che vendette 5000 copie. Una cifrona. E grazie a questo brillante risultato una multinazionale offrì un contratto vero e proprio per 3 dischi, che qualunque altra persona normale avrebbe firmato subito senza batter ciglio. Ma i Wind Open non eranon gente normale. Troppo idealisti per scendere a patti con il business, e rifiutarono l'offerta, convinti di salvaguardare così la loro integrità artistica. Questo segnò inevitabilmente l'inizio del declino della band.
Fecero ancora qualche altro disco autoprodotto, ma le occasioni per suonare dal vivo diventavano sempre più rare. E dopo qualche anno il gruppo si sciolse.
I Luti Chroma si sono formati a Bologna alla fine degli anni settanta. Il gruppo realizzò tre dischi e una musicassetta guadagnadosi un posto tra le band più conosciute della scena rock bolognese degli anni ottanta
Il debutto discografico avvenne nel 1978, anno in cui vengono dati alle stampe il singolo "Lucy Foster" e la musicassetta "Luti Chroma" (Harpo's Bazaar). Il 2 aprile 1979 i Luti Chroma partecipano al Bologna Rock, mentre 1l 1980 è l'anno del singolo "Siamo Tutti Dracula" (Italian Records) e "Luti Chroma" (WEA) che regalarono maggiore notorietà al gruppo, segnandone anche lo scioglimento.
Dopo l'esperienza Luti Chroma, i musicisti della band hanno continuato la carriera musicale: Tullio Ferro ha composto brani (alcuni divenuti veri e propri successi) per artisti come Vasco Rossi e Lucio Dalla; Mauro Patelli suona stabilmente da trent'anni con Luca Carboni ed Ignazio Orlando da una ventina di anni...
I Frigos sono Oderso Rubini e Carlo 'Cialdo' Capelli per realizzare il singolo in vinile blu, su etichetta Nice Label, dedicato all'incidente di Three Miles Island
Dal 1977 gli SKIANTOS sono una cult-band, cioé un gruppo rock dallo stile molto personale, apprezzato da una schiera di ammiratori irriducibili, “zoccolo duro” di seguaci del demenziale. Ideatori e propagatori del genere, dello stile, nonché dell’aggettivo demenziale (che per loro stessa definizione significa un “cocktail di ironia, improvvisazione, poesia quasi surreale, cretinerie, paradossi e colpi di genio”) gli SKIANTOS hanno continuato imperterriti a produrre dischi sul filo dell’ironia, che è la loro chiave di lettura preferita.
Nascono a Bologna suonando nelle cantine e nei circoli giovanili. Fanno un rock abbastanza duro e a metà concerto tirano della verdura sul pubblico. Sono 8-10 persone, disoccupati e studenti, molti dei quali vanno e vengono dal gruppo.
I soci fondatori, tutti battezzati con nomi d’arte demenziale, sono: Roberto Antoni detto ‘Freak’, laureato al DAMS con una tesi sui Beatles, Andrea Setti detto ‘Jimmi Bellafronte’, geometra e cantante per diporto, Stefano ‘Spisni Sbarbo’ Cavedoni, universitario DAMS, attore di prosa, clown, poeta e cantante, Fabio Testoni (alias ‘Dandy Bestia’), chitarrista neoproffesionista e rocchettaro militante; li accompagneranno nel corso della loro lunghissima carriera ( ben 32 anni ormai) per periodi più o meno lunghiLeo ‘tormento’ Pestoduro, Andy Bellombrosa, Frankie Grossolani, Gianni Lo Grezzo, etc.
Producono una cassetta, che poi diventerà anche il loro primo disco ufficiale, intitolato INASCOLTABLE (pronuncia corretta ‘inascoltable’, per l’Harpo’s Bazaar (in seguito Italian Records), e approdano ad un vero contratto discografico con la Cramps all’inizio del 1978 per la quale producono MONOTONO, KINOTTO e PESISSIMO....
Nel 1977 in viaggio verso l'Europa, toccò l'Italia e qui si stabilì per quasi quindici anni, continuando a girare per il Vecchio Continente.
Il 1979 lo vide a Bologna, dove incise il primo disco, The List, con la sua band Andy J. Forest & the Stumblers. Il disco fu pubblicato dalla Italian Records.
Il 2 aprile 1979 Andy J. Forest partecipò al Bologna Rock.
Nel 1983 incide per la Cruisin' Records di Modena un brano dal titolo L.A. Woman, di cui firma il testo come autore, insieme all'amico e collega musicista James Thompson sotto lo pseudonimo P.J. Marcus. Il brano entra nelle top ten nazionali, gettonatissimo nelle radio private e riempipista in discoteca. Dello stesso periodo ma questa volta insieme a tutto il gruppo degli Snaps: Andy insieme a David, James e Steve pubblica, su etichetta Cruisin' Records, un Lp di cover dance che uscirà anche su etichetta K-Tel.Ha collaborato con Francesco Guccini, Claudio Lolli, Fabrizio De André, Sergio Caputo, Edoardo Bennato, Zucchero e il bluesman Robi Zonca, conosciuto a Parigi negli anni 80.
Punk? New wave? Elettronico? Più che altro un gruppo che rappresentava il nuovo. Dalle macerie delle barricate nella loro Bologna-trincea, i Gaznevada mettevano la testa sopra il filo dell’acqua per sopravvivere all’ecatombe (pallottole, noia ed eroina) aggrappandosi ai Sex Pistols e ai Ramones. Curioso, no? Per tornare a respirare, i figli del Movimento si affidavano al disimpegno e alla provocazione fine a se stessa. E lo facevano in modo magistrale. Di loro si diceva che fossero il braccio armato musicale della coltissima Traumfabrik, in realtà i Gaz all’inizio erano un tozzo, caciarone, magnifico gruppo punk. Poi divennero altro. Studiarono, maturarono, sperimentarono. Mammi dammi la benza!, pubblicato dalla Harpo’s nel marzo del ’79, è la testimonianza concreta della loro forza d’urto: la band, attiva da tempo, lasciava con questo album il primo segno del proprio passaggio sulla nuova scena rock italiana. Incendiandola. Nella loro grezzezza i nove brani di quella leggendaria cassettina bruciano come un lacrimogeno esploso a un metro dagli occhi. E c’è Mamma dammi la benza!. Gli Skiantos avevano il monopolio sul demenziale, ma quel brano andava oltre: era semplice, disperato e vitale, un pezzo punk che in pochi minuti polverizzava il fardello ideologico che il rock italiano si trascinava da anni, stancamente. Dopo quel nastro pubblicarono un singolo (NevadaGaz), un album (Sick soundtrack) e nell’81 il mini-LP Dressed to kill, poi per loro iniziò una fase diversa, baciata dal successo, ma questa è un’altra storia. Sandy Banana (o Billy Blade, fate voi), Robert Squibb, Andy Droid (o Andy Nevada), Bat Matic, Nico Gamma e Johnny Tramonta, Chaisaw Sally presero la scena rock italiana e la rivoltarono come un calzino. Nello splendore della loro scorrettezza, restano uno splendido esempio di punk-rock scheletrico suonato con la bava alla bocca. Luca Frazzi